Cos'è

L’orientamento verso il mondo universitario o del lavoro è il passaporto per il futuro, poichè il domani appartiene a coloro che oggi si preparano consapevolmente ad affrontarlo.

A cosa serve

Scopo del servizio di Orientamento in Uscita è di informare i giovani, già a partire dal terzo anno, sulle possibilità di scelta dopo il diploma. Con una serie di progetti, comuni o non a tutti gli indirizzi o rivolti solo ad alcuni studenti, si propone di offrire da un lato un modo per effettuare una scelta consapevole del percorso post diploma, dall'altro di fornire informazioni utili sui vari Atenei e corsi universitari.
Grazie anche alla collaborazione e alle convenzioni stipulate con alcune Università, organizziamo delle attività di orientamento basate su conferenze, seminari, Porte Aperte e progetti relativi a specifiche materie.

Come si accede al servizio

Le varie attività sono state preventivate ad inizio anno e ti verranno proposte a seconda del tuo indirizzo di studi e del tuo anno di corso.

Luoghi in cui viene erogato il servizio

Cosa serve

La scuola promuove le iniziative riportate nel Piano Triennale dell’ Offerta Formativa. Le classi terminali partecipando a tali iniziative sono orientati a fare la scelta consapevole al termine del loro ciclo di studi.

Tempi e scadenze

Date previste nel PTOF

Il servizio è rivolto alle classi terminali di ogni ciclo di studi.

Dic

Documenti

Contatti

Struttura responsabile del servizio

Ulteriori informazioni

Nel corso degli anni si sono succeduti la Direttiva Ministeriale n.487 del 1997, che prevedeva per prima in maniera esplicita che le attività di orientamento costituissero “parte integrante […] del processo educativo e formativo sin dalla scuola dell’infanzia”, la Circolare Ministeriale n.43/2009,  con la quale sono state emanate le prime Linee guida nazionali per l’orientamento permanente, e, infine, la nota prot.n.4232 del 19 febbraio 2014, denominata “Linee guida nazionali per l’orientamento permanente”.

Nel documento si afferma che la Scuola deve costruire e potenziare “specifiche competenze orientative” che si sviluppano attraverso “l’orientamento formativo o didattica orientativa/orientante” e “attività di accompagnamento e di consulenza orientativa”. Nonostante il pessimo uso della lingua italiana, in queste due categorie la circolare del Ministero individua due aspetti fondamentali di quello che viene definito “orientamento permanente” nel sistema scolastico: lo sviluppo di competenze trasversali (citate anche come “competenze chiave di cittadinanza” in ottemperanza alla terminologia della strategia di Lisbona della UE, successivamente ripresa nelle “Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione”) e le attività di formazione e consulenza sulle opportunità offerta dalla formazione terziaria e dal mercato del lavoro.

Al centro delle Linee guida è il concetto di orientamento contenuto nella Risoluzione del Consiglio d’Europa del 21 novembre 2008, dove questo viene definito come “un insieme di attività che mette in grado i cittadini di ogni età di identificare le proprie capacità, competenze, interessi, per prendere decisioni in materia di istruzione, formazione, occupazione, al fine di gestire i propri percorsi personali di vita”.

Dal punto di vista operativo, le Linee guida nazionali prevedono di realizzare nelle scuole un “sistema integrato di orientamento” basato su reti che coinvolgano istituzioni, università, centri di formazione professionale, operatori economici, terzo settore e famiglie. Viene inoltre istituita (ma non si chiarisce se a livello di istituto o di rete di scuole) la figura del “tutor per l’orientamento”, in grado di garantire il “coordinamento e l’organizzazione delle attività degli istituti e le relazioni con gli altri soggetti coinvolti”.

(Fonte: Scuola, l’importanza dell’orientamento: le norme per non perdere la rotta - Agenda Digitale)